Fare marketing con l’engagement

3 modi per aumentare ulteriormente la potenza di uno strumento già molto potente (senza alcuna magia)

Di engagement si parla ormai da anni nel mondo dell’organizzazione eventi. Anche perché pare – e sono più studi a dimostrarlo – che essere coinvolte sia una delle cose che le persone desiderano maggiormente quando decidono di partecipare ad un evento (non sarà un caso che si dica così, no?) insieme alla possibilità di conoscere persone e ampliare la rete di relazioni sia personali che professionali. Inoltre sappiamo che il coinvolgimento aiuta l’apprendimento e facilita l’adozione di proposte e offerte, rendendo così più efficaci molte attività tipiche degli eventi, mentre abbiamo già visto come sia uno strumento più che valido per risparmiare risorse, sia umane che economiche. Per questo nel tempo si sono moltiplicate le strategie, le tecniche e gli strumenti per creare coinvolgimento o per potenziarlo e mantenerlo bello vivo e attivo possibilmente non solo per la durata dell’evento, ma da ben prima a ben dopo, visto che l’engagement ha dimostrato di essere un ottimo strumento di fidelizzazione del pubblico anche tra un’edizione e l’altra di un evento o tra un evento e l’altro.

Quindi, riassumendo: l’engagement è imprescindibile per chiunque faccia eventi e voglia che abbiano successo. E ormai ci sono molti strumenti, tecniche e risorse che aiutano chi organizza eventi a creare, distribuire e promuovere momenti di coinvolgimento e partecipazione per qualsiasi tipo di evento, di qualsiasi natura e dimensione. 

Cosa altro c’è da dire, allora, sul tema? Per esempio che, visto che si fa tutta questa “fatica” per coinvolgere ed attivare le persone in un evento, forse vale la pena di fare anche un passo in più e aggiungere al processo anche l’obiettivo del marketing. 

Come?
In almeno 3 modi.

1. Prima: un viaggio di co-creazione verso il successo

Prima ancora di sollevare il sipario sull’evento strumenti di coinvolgimento come sondaggi e votazioni possono essere molto efficaci per avvicinarsi al pubblico, comprendere le sue preferenze e scoprire quali tematiche e attività suscitano maggior interesse. Questo – oltre a far risparmiare un bel po’ di soldi e tempo che altrimenti rischierebbero di essere buttati in attività non ottimizzate – attiva un processo di co-creazione che stimola la partecipazione e crea un legame emotivo dei partecipanti con l’evento. L’ascolto delle voci del pubblico permette di plasmare l’evento sulle esigenze delle persone reali che poi lo frequenteranno e di renderlo così più allettante, interessante, atteso. Inoltre, la promozione di questo coinvolgimento anticipato sui canali di comunicazione come i social media e le newsletter può essere un’ottima leva di marketing: agendo sull’anticipazione, infatti, invoglia potenziali partecipanti a concretizzare prima la partecipazione e a dare il via ad un ulteriore circuito virtuoso, quello del passaparola.

2. Promozione dell'evento: il volano del passaparola

Lo sappiamo, ormai: il passaparola è la forma di marketing più efficace che esiste. Nulla, infatti, può essere così convincente, motivante e stimolante come la parola di una persona della quale si ha conoscenza e fiducia. Nell’era digitale, poi, il passaparola si è trasformato e moltiplicato attraverso i mezzi di comunicazione online e questo non ha fatto altro che amplificarne la portata. Coinvolgere i partecipanti ad un evento nella decisione di elementi rilevanti come il nome, il logo, il tema, può quindi diventare un modo relativamente semplice ma efficace per stimolare il coinvolgimento e trasformare semplici interlocutori in ambasciatori. Ovviamente questo funziona solo se quando si chiede qualcosa poi si dà seguito alle risposte accettando anche il rischio che non siano proprio le nostre preferite, quindi occhio a come si fanno le domande e quali domande si fanno. Ma se tutto avviene davvero la sensazione di coinvolgimento può essere un impareggiabile veicolo di promozione organica. L’effetto virale del passaparola digitale, poi, fa il resto, ampliando cerchie e raggi d’azione.

3. Dopo: il trampolino per il futuro

Mentre l’evento giunge al termine il coinvolgimento si trasforma in un prezioso strumento di marketing per il futuro. Invitare i partecipanti a fornire feedback su attività e proposte attraverso sondaggi e votazioni aiuta infatti non solo a raccogliere dati preziosi per valutare l’esperienza complessiva, ma anche ad individuare aree di miglioramento per il futuro. È così che si viene a creare un ulteriore circolo virtuoso: le cose andate bene diventano le fondamenta mentre le criticità sono le boe intorno alle quali riprogettare con saggezza. Inoltre, con il consenso dei partecipanti, è possibile utilizzare i commenti positivi e le testimonianze come ulteriori strumenti di marketing per promuovere gli eventi futuri, visto che la condivisione di esperienze autentiche (meglio se positive, ovvio) aiuta a costruire la fiducia nel marchio, attrarre nuovi partecipanti e mantenere una base di pubblico fedele e soddisfatto.

Prima, durante e dopo: come l’engagement è tanto più efficace quanto più è capace di accompagnare ogni fase dell’evento così fa il marketing. Per questo diventa strategico lavorare sulle sinergie tra questi due elementi, per potenziarne l’effetto senza appesantire né la progettazione né la gestione delle attività. Dopotutto, basta avere i giusti strumenti e una buona progettazione e tutto diventa più facile.
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