Ne abbiamo parlato giusto qualche articolo fa: ormai, ammesso che sia mai stato possibile, non si possono più fare eventi senza mettere al centro l’engagement e la partecipazione di speaker, partecipanti, investitori e sponsor. Meglio se tutti loro messi insieme.
Perchè? Il ragionamento più lungo potete leggerlo qui, ma – in breve – perché senza un coinvolgimento vivo e attivo di tutti coloro che partecipano ad un evento il risultato è inferiore e tutto diventa più faticoso, più difficile e spesso anche più costoso, sia dal punto di vista della gestione che dei soldi. E poi perché l’engagement è una straordinaria leva di marketing, un amplificatore naturale di traguardi che possono diventare anche molto rilevanti.
E questo cosa c’entra con la gamification? Beh, c’entra perchè la gamification è uno degli strumenti principali che si possono usare per ottenere questi risultati, e soprattutto perché ha una versatilità che la rende particolarmente adatta a supportare diverse tipologie di eventi e per obiettivi molto differenti. Vediamo quindi giusto i principali: gli eventi in presenza, quelli online, quelli ibridi e le fiere.
1. La gamification per gli eventi in presenza
A che serve la gamification negli eventi in presenza? Visto che le persone hanno già deciso di partecipare all’evento e per farlo si sono anche già spostate per raggiungerne la location, sembrerebbe che l’esigenza di fare attività di coinvolgimento nei loro confronti sia più debole. Niente di più sbagliato, perché attraverso la gamification si può provare a stimolare atteggiamenti, opinioni e perfino comportamenti molto produttivi per l’evento e tutti coloro che sono coinvolti nel suo successo, oltre al fatto di renderlo più bello e utile per chi vi partecipa. Qualche esempio?
- Coinvolgimento del pubblico: la gamification è un ottimo strumento per creare attività coinvolgenti durante l’evento, come giochi a squadre, caccia al tesoro o sfide interattive. E un pubblico coinvolto è un pubblico che non solo risponde meglio alle sollecitazioni e alle proposte, ma che diventa un ottimo testimonial anche verso gli altri, garantendo la migliore forma di pubblicità possible.
- Networking: il gioco è uno strumento formidbile per rompere le barriere che a volte rendono difficile conoscere persone nuove e fare rete, che invece sono due tra i risultati più ambite per i partecipanti agli eventi. Utilizzare tutti gli strumenti per facilitare queste attività produce dunque risultati esponenziali non solo nella soddisfazione del pubblico, ma anche nella resa complessiva dell’evento.
- Coinvolgimento verso i brand: se sono gli sponsor a creare giochi (o se l’organizzazione le mette a loro disposizione), questi possono diventare strumenti di grande potenza per far conosciere prodotti e servizi, per rendere più attraenti stand e spazi espositivi e persino per influenzare percorsi e spostamenti all’interno dello spazio dell’evento.
2. La gamification per gli eventi online
Quando si parla di eventi oline si parla di esperienze mediate dalla tecnologia che, se da una parte facilita la partecipazione perché abbatte i costi di spostamento e permanenza in un luogo fisico, dall’altra può diventare un ostacolo ad una partecipazione veramente attiva e coinvolta. Per questo quando si parla di eventi oline il tema degli stumenti da impiegare per garantire che le persone – che seguono da ambienti dove sono spesso sole o al massimo in piccoli gruppi – si sentano parte di un’esperienza davvero condivisa diventa fondamentale per il successo delle attività e per la soddisfazione delle persone.
Ma come si fa?
- Partecipazione attiva: sondaggi, quiz e commenti in tempo reale possono essere ottimi strumenti per compensare l’assenza di un luogo fisico comune e condiviso perché attraverso la partecipazione sincrona ad una stessa attività (magari della quale si vedono in tempo reale i risultati come attraverso la nostra modalità “showtime”), la distanza si accorcia e si crea un coinvolgimento capace di sostenere la partecipazione continua.
- Apprendimento interattivo: tramite giochi e sfide i partecipanti possono apprendere nuove competenze o conoscenze senza percepire il “peso” della formazione tradizionale, spesso faticosa per gli adulti e difficile da digerire, soprattutto a distanza.
- Premi virtuali: badge, punteggi e riconoscimenti possono essere utilizzati con un duplice scopo: creare un senso di realizzazione e competizione positiva tra i partecipanti e offrire ulteriori spunti per iniziare convesazioni che portano all’allargamento della propria rete di contatti.
3. La gamification per gli eventi ibridi
Quando si parla di eventi ibridi si ha una modalità di gestione dell’evento particolarmente complessa e dove mantenere la coesione tra le due tipologie di pubblico – le persone in presenza e quelle che invece seguono online – è allo stesso tempo importante e difficile. Si tratta infatti di due pubblici che, proprio perché divisi dal tipo di esperienza che stanno vivendo, per loro natura si comporteranno un po’ come fanno l’acqua e l’olio, che possono convivere nello stesso recipiente (l’evento) senza mescolarsi. D’altra parte, se come organizzatori non vogliamo trovarci a dover gestire due eventi in contemporanea, dobbiamo invece riuscire a far amalgamare queste due componenti, almeno ogni tanto, e almeno quel tanto che basta. Ma come?
- Mescolamento controllato: quiz, giochi e competizioni possono essere attività che – anche in maniera molto circoscritta e limitata nel tempo, proprio come probabilmente è desierio di chi ha organizzato l’evento in modalità ibrida – creano “bolle di condivisione” all’interno delle quali, grazie agli strumenti comuni come ad esempio un pc o uno smartphone, portano tutti sullo stesso piano, nella “stessa stanza” a fare la stessa cosa. Peraltro il livello di cooperazione e condivisione delle attività può essere dosato per rendere trasparente il confine tra le due tipologie di pubblico esattamente quanto e come si vuole.
- Esperienza personalizzata: allo stesso modo in cui può avvicinare, la gamification può essere utilizzata invece per dividere ulteriormente le esperienze di un evento ibrido. Può infatti essere adattata alle preferenze e ai comportamenti dei partecipanti e offrire sfide o premi personalizzati in base alla modalità e quantità di engagement.
4. La gamification per le fiere
Per le fiere – e soprattutto per le fiere online – la gamification è una risorsa strategica esattamente come per le aree espositive di ogni evento, ma all’ennesima potenza. Se gli stand di un evento sono infatti principalmente vetrine dove scoprire e conoscere prodotti e servizi, gli stand di una fiera sono dei negozi – ecommerce nel caso di fiere virtuali – dove il risultato minimo è portare a casa il lead qualificato mentre, in molti casi, lo standard è concludere la vendita. Creare quindi l’ambiente adatto perché queste due conversioni siano realizzate in maniera positiva e in numero soddisfacente diventa IL vero KPI di successo di un evento di questo tipo. Come può contribuire, quindi, la gamification?
- Esplorazione interattiva: la gamification può guidare i visitatori attraverso la fiera, creando itinerari di esplorazione con premi per chi visita stand specifici o partecipa a determinate attività.
- Coinvolgimento con gli espositori: stand ed espositori possono utilizzare giochi o quiz per attirare visitatori ai loro stand, incoraggiando conversazioni e interazioni con i prodotti o servizi esposti.
- Condivisione sociale: il guadagno di punti o premi attraverso la partcipazione a giochi e sfide è uno strumento formidabile di pubblicità e promozione, tanto per i brand quanto per singoli prodotti e servizi: a chi non piace infatti vantarsi (o quantomento far mostra) delle proprie vincite con amici e conoscenti?
Arrivati a qusto punto, se vi abbiamo convinto che la gamification è proprio una risorsa il prossimo evento che state organizzando, potreste essere assaliti da un dubbio: ma i giochi chi li crea?
Ecco, c’è un posto dove oltre alla scatola viene fornito anche il contenuto. Indovinate quale?